Egocentrico o ‘altercentrico’? Basi cognitive e neurali della capacità di assumere il punto di vista altrui

Autori

  • Massimiliano Conson Laboratorio di Neuropsicologia dell’Età Evolutiva, Dipartimento di Psicologia, Università della Campania Luigi Vanvitelli, Caserta; Autore responsabile per la corrispondenza: massimiliano.conson@unicampania.it
  • Isa Zappullo Laboratorio di Neuropsicologia dell’Età Evolutiva, Dipartimento di Psicologia, Università della Campania Luigi Vanvitelli, Caserta; Studi di Terapia Neuropsicologica Integrata – TNPI
  • Roberta Cecere Laboratorio di Neuropsicologia dell’Età Evolutiva, Dipartimento di Psicologia, Università della Campania Luigi Vanvitelli, Caserta; Studi di Terapia Neuropsicologica Integrata – TNPI
  • Anna Lauro Laboratorio di Neuropsicologia dell’Età Evolutiva, Dipartimento di Psicologia, Università della Campania Luigi Vanvitelli, Caserta
  • Mara Colella Laboratorio di Neuropsicologia dell’Età Evolutiva, Dipartimento di Psicologia, Università della Campania Luigi Vanvitelli, Caserta
  • Antonietta Romano Laboratorio di Neuropsicologia dell’Età Evolutiva, Dipartimento di Psicologia, Università della Campania Luigi Vanvitelli, Caserta
  • Renata Nacca Laboratorio di Neuropsicologia dell’Età Evolutiva, Dipartimento di Psicologia, Università della Campania Luigi Vanvitelli, Caserta
  • Sara Salzano Studi di Terapia Neuropsicologica Integrata – TNPI, Salerno; Scuola di Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale ‘Serapide SPEE’, Napoli

Parole chiave:

prospettiva visiva, cognizione sociale, falsa credenza, giunzione temporo-parietale

Abstract

Nel presente lavoro è proposta una revisione narrativa della letteratura scientifica sulla capacità di assumere il punto di vista altrui in compiti di prospettiva visiva di differente complessità. In tale contesto, i termini ‘altercentrico’ e ‘altercentrismo’ sono utilizzati per indicare la propensione a percepire situazioni ed eventi assumendo il punto di vista di un altro individuo, in contrapposizione ai termini egocentrico ed egocentrismo che indicano la propensione opposta. Per molto tempo, si è ritenuto che la tendenza egocentrica fosse sempre prioritaria rispetto a quella altercentrica, indipendentemente dalla situazione e dalle fasi dello sviluppo psicologico dell’individuo. Negli ultimi anni, invece, si sta consolidando l’idea che la spinta altercentrica compaia addirittura prima nel bambino molto piccolo e che, in numerose situazioni, il punto di vista altrui possa essere assunto spontaneamente. L’altercentrismo sarebbe associato a meccanismi neurali specifici che coinvolgono principalmente la giunzione temporo-parietale e il giro frontale inferiore. Inoltre, sono state osservate differenze individuali nella tendenza altercentrica e nella capacità di elaborare prospettive visive in conflitto tra loro. Dunque, le evidenze attualmente disponibili gettano una nuova luce sulla propensione altercentrica nell’uomo, sottolineandone l’importanza in termini evolutivi e adattivi, e suggeriscono la possibilità di potenziare questa capacità attraverso protocolli combinati, comportamentali e di stimolazione cerebrale non invasiva.

 

doi: 10.53240/2023topic2.021.01

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Pubblicato

2023-04-27

Come citare

Conson, M., Zappullo, I., Cecere, R., Lauro, A., Colella, M., Romano, A., Nacca, R., & Salzano, S. (2023). Egocentrico o ‘altercentrico’? Basi cognitive e neurali della capacità di assumere il punto di vista altrui. TOPIC - Temi Di Psicologia dell’Ordine Degli Psicologi Della Campania, 2(2). Recuperato da https://topic.oprc.it/index.php/topic/article/view/68

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